Diventeremo tutti androidi?
Da vent’anni mi occupo di medicina estetica e mai come in questi ultimi tempi scorrendo i social media mi chiedo: il messaggio che viene dato ai pazienti è corretto? L’obiettivo della medicina estetica è improvvisamente diventato quello di rendere tutti i visi uguali, tutti con le stesse proporzioni e gli stessi volumi, tutti indistinguibili?
Troppo spesso si parla di “canoni” estetici standardizzati e questo ha convinto molti pazienti (e purtroppo tantissimi giovani) a non essere abbastanza, a rivolgersi al medico estetico per modificare caratteristiche morfologiche normali che vengono percepite come “non adeguate”. E sempre più visi diventano uguali. Sembrano androidi. Stesse labbra, stessi zigomi, stessi nasi, visi appesantiti e quadrati… anche su corpi esili che nulla centrano con queste proporzioni.
Ogni giorno nella mia pratica clinica mi trovo a riflettere su questo aspetto e il mio approccio rimane lo stesso da sempre.
L’obiettivo della medicina estetica deve essere quello di esaltare l’unicità di ognuno di noi, i nostri punti di forza. Liddove vi siano problematiche evidenti (sorrisi gengivali, ipoplasie mentoniere o mandibolari, cicatrici pregresse, aplasie o evidenti asimmetrie, patologie) è di grande aiuto intervenire, correggere e donare al paziente sicurezza.
Ma creare di proposito insicurezze che non hanno senso… questo mi trova profondamente contraria. E quando giovani pazienti durante la prima visita scoppiano in lacrime nel sentirsi dire che il loro volto non ha nulla che non vada, comprendo che il messaggio che era arrivato era profondamente sbagliato.
Meditate gente.